Lo vedo che smanetta. Niente di nuovo. Eppure questa volta qualcosa di nuovo c’è. Provo a chiedere, e la risposta mi fa salire le lacrime agli occhi.
“Sto ordinando il cinturino del Pride, perché?”. No, niente… pensavo che questi argomenti non ti toccassero molto… come per altro il 99% delle cose che riguardano gli umani su questa terra, aggiungerei.
“Ma questa volta è diverso. Le cose cambiano e c’è bisogno di simboli. Tutti devono fare qualcosa, altrimenti sembra che siamo d’accordo con gli ‘altri’. E invece no.”
Io, muta. Con gli occhi a cuore, muta.
“Posso avere anche io la watchface arcobaleno?”. Certo. Ci vogliono tipo tre ore fra aggiornamenti di software e scarichi vari (perché chiaramente io avevo TUTTO non aggiornato) e anche io ho la mia bella schermata dell’orologio Rainbow.
Lo so che sono cose piccole, e che non si cambia il mondo con un cinturino. Ma so anche che ognuno mette i simboli nel posto più di valore, quello che conta di più… e per lui, che ragiona come un circuito, lo smartwatch conta, eccome.
E ora, il suo smartwatch è Rainbow.
E adesso piango un po’ anche io
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