Non riesco a smettere di guardarlo…

Non fatevi strane idee… l’anello me lo sono comprato io e non riesco a smettere di guardarlo da quanto è bello. E, si… anche qui c’entra il nerdismo…

E’ successo così: oggi sono andata alla Fiera di Milano dove c’era “Fa’ la cosa giusta”, cioè la Fiera degli stili di vita sostenibili, perchè volevo assistere ad una conferenza che si teneva nel pomeriggio. Io non la conoscevo questa fiera, ma deve essere colpa mia, perchè è tipo la 16° edizione. Comunque, siccome sono una brava pendolare, e lo so che non si sa mai quello che può succedere durante il viaggio, mi sono organizzata per arrivare con quell’oretta di anticipo. “Al massimo, faccio un giro… “, mi sono detta, e in effetti il giro l’ho fatto.

Io non vi posso dire le cose spettacolari che ho visto: moda, cibo, gioielli… una cosa più interessante dell’altra… mi sono provata il mondo e ho assaggiato cose che mi hanno fatto desiderare di trasferirmi in una masseria pugliese o nella campagna siciliana per sempre. E sto facendo solo alcuni esempi… altrimenti pensate male di me…

Insomma, succede che ad un certo punto capito davanti allo stand di questa artista, e vedo i suoi anelli. Sulle prime non capisco bene, e mi sono fatta spiegare da lei.

Quello che lei fa è meraviglioso: praticamente prende orologi antichi, di quelli con il meccanismo e tutto, orologi che non vale più la pena aggiustare, o che nessuno mette più, e li trasforma in gioielli bellissimi. Io ho comprato un anello, ma ci sono anche altre soluzioni.

Appena l’ho visto, la mia anima nerdica (naturale o acquisita… a questo punto non ci capisco molto più neanche io) si è risvegliata e non mi ha lasciata andare via senza uno di quegli anelli.

Il meccanismo, le rotelle microscopiche, i frammenti di rubino, le molle: tutto mi sembra così elegante, così bello, così meccanico. Io lo adoro, e non riesco a smettere di guardarlo.

Pensare che quello che oggi è il mio anello, per anni è stato l’orologio al polso di qualcuno, e ne ha segnato il tempo, gli appuntamenti, le ore belle, le ore di ansia, le partenze dei treni, le uscite da scuola, i ritardi al lavoro, le prenotazioni al ristorante, le durate dei film, il tempo prima di rivedere il suo amore, o l’attesa in una corsia di ospedale, ecco, questa idea mi commuove. E mi fa pensare che i gioielli dovrebbero essere valutati in base a quello che ti regalano e che ti mettono nel cuore, e non solo sulla base del materiale di cui sono fatti.

L’ho messo sulla mano sinistra, la stessa dell’apple watch, e ogni volta che guardo l’ora con il mio orologio digitale, butto un occhio su quella meraviglia meccanica che ho al dito. E da oggi lo farò per ricordarmi da dove veniamo e che, per quanto pensiamo di correre forte, alla fine il tempo è fatto di  appuntamenti, di ore belle, di ore di ansia, di partenze dei treni, di uscite da scuola, di ritardi al lavoro, di prenotazioni al ristorante, di durate dei film, del tempo prima di rivedere il proprio amore, o dell’attesa in una corsia di ospedale, a prescindere dal modo in cui lo misuriamo.

Ps: chiaramente, quando il mio nerd l’ha visto, è impazzito. Tutti quegli ingranaggi…. per l’amor del cielo! Ha provato vedere se funzionano, ma gliel’ho strappato di mano.

Mi sa che chiederò a Tatiana, la creatrice di queste meraviglie, se ne fa anche uno da uomo…

Se vi va, la trovate su fb: Artedì: arte in divenire

E ora vado a giocare a scala quaranta, senza orologio!