IMMUNI: se la conosci, la scarichi. Ecco come ha funzionato con me.

“Ma sì, non serve a niente… Ti tracciano…È una roba da sfigati…E poi non funziona, me l’ha detto un mio amico…”

Ma sì, se ne sentono di ste frasi… La cosa bella è che c’è assoluta libertà di fare quello che si vuole, e quindi anche quella di non scaricarla. Di certo non è l’unico mezzo per contrastare il Coronavirus, e chiaramente il distanziamento e la disinfezione sono le armi più potenti insieme alla mascherina. Però mi domando: se c’è un mezzo in più per tentare di tracciare i movimenti di questo virus, e questo mezzo non costa nessuna fatica, nessun impegno, nessun esborso di denaro, in più può contribuire a bloccare un focolaio sul nascere, a voi, che cazzo ve ne frega? Scaricate sta app, e basta con i piagnistei, mamma mia!

Sapete cosa può farvi cambiare idea? Questa.

Questa è la “notifica rossa” che vi arriva se siete stati esposti al virus, e vi assicuro che quando vi arriva, (a meno che nella vostra famiglia abbiate già avuto il dramma di incrociare il virus) tutto cambia. A me è arrivata alla fine di Agosto, questa estate, ovviamente quando meno me la aspettavo. Ero a Milano, quando a Milano non c’era un beato nessuno, e quindi mi sentivo serena. Questo non significa che non stessi attenta come al solito, ma insomma diciamo che la movida e gli assembramenti, come amano definirli i tg, erano altrove… a Milano c’ero io e il virus, evidentemente.

Fatto sta che qualcuno in più, invece, c’era, e questo qualcuno è stato per più di 15 minuti collegato al bluetooth del mio telefono, e questo qualcuno è risultato sicuramente positivo al covid.

Non so come dirlo bene, ma quando ho visto la notifica mi sono cagata. E poi ho iniziato a calmarmi, a pensare, e soprattutto a seguire le istruzioni che c’erano nell’app stessa.

Ok, le prime 5 o 6 telefonate al medico, Ats e Regione sono state un po’ surreali, perchè nessuno sapeva cosa dirmi. La positività presunta da App era rara, e ci ho messo un po’ ad imbroccare il servizio giusto. Poi mi hanno dato una mail (se serve ve la do in privato. Vale per la Lombardia) a cui spiegare la questione, e nel giro di due ore mi hanno richiamata e mi hanno presa in carico.

Alla signora Carla che mi ha chiamata, ho vomitato in faccia tutte le domande e le rimostranze che mi venivano in mente.

“Ma come??? La notifica mi arriva alla fine di agosto e mi dice che sono stata esposta il 19??? ma che senso ha??? ma nel frattempo posso aver contagiato chiunque??? ma dovrebbe arrivare subito!!! e poi devo fare la quarantena? ma se mi mancano tre giorni alla fine della quarantena??? ma che quarantena è??? mi sembra tutto assurdo!!!”.

Tutto giusto, tutte domande giuste, ma che diventano sbagliate se non si capisce il senso dell’app. La signora Carla è stata gentile, e dopo avermi fatto una intervista di un’ora per capire i miei movimenti del 19 agosto, mi ha spiegato. E siccome me lo ha spiegato bene, io ho capito.

“L’app serve a tracciare il virus – mi ha detto – e a provare ad arginare nuovi focolai prima che esplodano. Lei sta bene – mi spiegava – ma potrebbe essere portatrice del virus senza sapere di essere mai stata esposta al rischio. Ora lo sa, e possiamo inserirla nel sistema dei controlli, prima che lei contagi altra gente.” Questa parte l’ho capita.

“Ma perchè arriva così tardi la notifica?”. La signora Carla sa fare bene il suo lavoro e continua a spiegare.

“La notifica parte quando un soggetto scopre di essere positivo. Mettiamola così: il giorno 19 lei è stata vicina a una persona probabilmente sana in quel momento, ma che aveva il virus. Quella persona aveva l’app, e quando – diversi giorni dopo (a causa del periodo di incubazione) – ha scoperto di essere positiva, ha fatto la scelta responsabile di inserire l’informazione nell’app, in modo da far sapere alle persone che ha incontrato che forse è meglio che si facciano controllare… per sicurezza. Lei è libera di agire in questo senso o di ignorare l’alert, ma allora il gesto responsabile della prima persona sarebbe vano. Se lei è diventata positiva, e sceglie di fare i controlli, da oggi non allargherà i contagi. Se è negativa, buona salute a tutti!”. Anche questa cosa l’ho capita, e mi ha convinta.

“Mi dica cosa devo fare” ho chiesto, e mi sono messa a disposizione. Nel mio caso le disposizioni sono state lievi. Mi mancava qualche giorno per completare la quarantena, e l’ho fatta diligentemente. Ogni giorno (OGNI GIORNO, VE LO GIURO) mi hanno chiamata dall’ATS per sapere se arrivavano sintomi e per verificare lo stato di salute. Io stavo bene, quindi tutto a posto.

L’ultimo giorno della quarantena mi hanno chiamata per fissare il tampone, gratuito, per il giorno dopo. In pochi giorni (ma tipo 3 compreso il week end) avevo l’esito nel Fascicolo Sanitario on line (anche qui, vedete se nella vostra Regione è attivo, è attivo in 19 regioni d’Italia… diossanto… vi cambia la vita!!!) ed era negativo. Bene.

Ma se fosse stato positivo? Se fosse stato positivo, l’ATS avrebbe avuto modo di bloccare un focolaio che, diversamente, non sarebbe stato individuabile in quella fase. Avrei evitato di contagiare altre persone. Avrei evitato di contagiare i famigliari, i colleghi, le persone che viaggiano con me sul treno. Sarei stata già inserita in un sistema sanitario che mi avrebbe monitorata, e nel caso di peggioramento, mi avrebbe seguita senza l’ansia di non sapere, senza correre al pronto soccorso, senza mettere in pericolo il mio medico curante per farmi visitare, senza ulteriori rischi per gli altri.

E soprattutto, avrei inserito il dato della mia positività nell’app, per dire a mia volta “Ehi, quel giorno eravamo vicini, e potrei averti contagiato. Sicuramente portavamo la mascherina e ci eravamo lavati le mani entrambi, ma non si sa mai… io ero positiva, spero che tu non lo sia.” Tutto questo discorso, ovviamente non c’è nell’app, ma è quello che bisogna pensare. Perchè io non lo so se la persona che c’era a fianco a me poi sarebbe andata dalla sua mamma anziana, o da suo marito cardiopatico, o semplicemente se lei stessa non sta bene. Se con il minimo del mio sforzo posso evitare un dolore a qualcuno, io devo farlo.

E fatelo anche voi. Non vi tracciano. Non vi osservano. Non vi rubano l’anima e neanche i soldi. Se anche evitiamo un solo contagio, abbiamo fatto goal. Dai, su!

Ecco i link per scaricarla:

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clicca qui per Google Play Store

5 risposte a "IMMUNI: se la conosci, la scarichi. Ecco come ha funzionato con me."

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