Gaslighting Nerd Edition

Questo post è corto, ma non potevo non raccontarvelo…

Avete presente il fenomento del “Gaslighting”? Ve lo faccio spiegare da Wikipedia che in queste cose è sempre precisa:

Il gaslighting, o manipolazione psicologica maligna in italiano, è una forma di manipolazione psicologica violenta e subdola nella quale vengono presentate alla vittima false informazioni con l’intento di farla dubitare della sua stessa memoria e percezione. Può anche essere semplicemente il negare da parte di chi ha commesso qualcosa che gli episodi siano mai accaduti, o potrebbe essere la messa in scena di eventi bizzarri con l’intento di disorientare la vittima.

Io non lo sapevo che esistesse un fenomeno con questo nome, e così ben definito, ma conoscevo benissimo il film che ha dato origine a questo termine. Sì, sono abbastanza vecchia… ok…

Il film in questione si intitola, appunto, “Gaslight” nella sua versione originale, o “Angoscia” nella sua versione italiana. Il film è del 1944 e la storia è di quelle davvero da angoscia, con una giovanissima Ingrid Bergman che sposa una specie di stronzo epocale che la vuole far impazzire. Il titolo “Gaslight” viene proprio dalla luce a gas. La storia è ambientata agli inizi del XX secolo a Londra, quando la luce nelle case era ancora per lo più a gas. So che siete tutti giovani e increduli che un tempo le cose fossero così diverse da oggi, ma in un tempo lontano succedeva che quando le luci di una stanza si accendevano, essendoci una quantità finita di gas nelle tubature, capitava che la luce nelle altre stanze si affievolisse leggermente. Capitava spessissimo, specie in casi in cui c’era una grande richiesta di gas per far accendere grandi impianti luminosi. Scusate il momento pippotto ma questa cosa mi piace raccontarla per dare il contesto. A Milano, per esempio, sempre agli inizi del secolo, c’era un signore che si chiamava Arturo Toscanini (il direttore d’orchestra ovviamente) che viveva non lontano dal Teatro alla Scala, e raccontava che quando veniva acceso l’enorme lampadario che illumina la platea, tutta la zona di Milano centro si oscurava un pò. I milanesi sapevano che da lì a poco iniziava l’opera, il lampadario veniva spento e in casa tornava la luce, e nessuno si sognava neanche di lamentarsi.

Ma nel film di cui stiamo parlando, questa cosa era un problema perché il marito di Ingrid Bergman (che in effetti accendeva la luce in una parte nascosta della casa a insaputa della moglie per dei motivi che vi andate a vedere voi cercando il film) negava l’evidenza e lei impazziva lentamente. Ma non solo. Lui, per esempio, le nascondeva i gioielli e poi chiedeva a lei dove li avesse messi fingendo poi di ritrovarli “nel solito posto in cui lei li andava a mettere”- ma non era vero!, oppure le ripeteva di essere malata quando lei non lo era affatto, fino ad arrivare a convincerla di essere prossima alla follia.

Allora, io fra poco ci scherzerò sopra questa cosa, ma il fenomeno del “gaslighting” è serissimo ed è davvero una delle forme di manipolazione più potenti e crudeli che si possano attuare. È davvero da merde vere, alle quali andrebbe risposto come Ingrid Bergman risponde alla fine del film al marito che le chiedeva pietà e di liberarlo dopo che la polizia lo aveva legato: “Certo, se io non fossi pazza proverei pietà… ma siccome sono pazza, gioisco nel profondo della mia anima nel vederti portare via… “o qualcosa del genere…

Ma perchè vi ho raccontato tutto questo? Perché questa volta il nerd ha usato le sue conoscenze nerdiche per “gaslighitarmi” e farmi prendere uno spavento che non mi dimenticherò facilmente.

Immaginate una situazione “cucina”, nella quale dal lockdown in poi succede gran parte della vita della famiglia. Tavolo nel centro, zona cottura, a destra il frigorifero, e sul lato corto della cucina un mobiletto in cui ci stanno i piatti, sopra il quale ‘tutto vede e tutto controlla’ proprio lei, Alexa.

Lei è sempre lì: noi viviamo e lei è lì. Noi mangiamo e lei è lì. Noi, santa miseria, una volta all’anno litighiamo, e lei è lì. E il nerd lo sa. Tempo fa ho detto che il nerd è l’essere più mansueto dell’universo, ma ora sto cominciando ad avere qualche piccola ombra di dubbio. Ve lo dico: se vuole, anche il nerd è una merda.

Comunque, durante la sopra citata litigata (molto mite, vi assicuro… molto…) succede che io mi impunti su una frase.

“Io non ho detto così!” sbotto

“Sì che hai detto così!” risponde lui. Ovviamente io non cedo, e rilancio.

“Ma figurati! Non mi sono neanche sognata! Sei tu che non ti ricordi un cazzo perché non mi ascolti! Se magari qualche volta provassi a darmi retta!!!” Qui siamo nel classico dei classici, no? Lui dovrebbe rispondere che non è vero, che lui mi ascolta, al massimo che sono io che non riesco a spiegarmi e che noi donne facciamo sempre così, e bla bla bla.

Lui, no.

Lui si gira verso il mobiletto dei piatti, e con voce stentorea: “Alexa, riproduci gli ultimi 30 secondi!”

Io, gelata.

Guardo lui, guardo Alexa, guardo lui. “Ma può farlo?” balbetto io.

E non è per la frase, che alla fine manco mi ricordavo quello che avevo detto, ma per il terrore che da lì in poi avrei avuto una VAR in cucina alla quale si poteva chiedere di rivedere ogni azione, ogni frase, ogni battuta.

Lui, zitto. La merda.

Poi risponde. “No, non può…” e io riprendo a respirare. A me questo sembra molto “la messa in scena di eventi bizzarri con l’intento di disorientare la vittima.” Ma anche un po’ “presentare false informazioni con l’intento di farla dubitare della sua stessa memoria e percezione“. NO???

Come ho detto, io torno a respirare, ma non come prima, perché io lo so che quella cosa lì gli ha acceso una lampadina nel cervello e secondo me prima o poi lui glielo fa fare… io me lo sento… Ma se lo fa, la paga… eh se la paga…!

5 risposte a "Gaslighting Nerd Edition"

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